Newsletter 13.04.22
13 Aprile 2022Spunti per il mondo del lavoro dal Welfare & HR Summit 2023
27 Febbraio 2023Il Decreto Legislativo 231/2001 ha introdotto nell’ordinamento giuridico italiano la disciplina che riguarda la responsabilità amministrativa degli Enti, intesi come organismi dotati di personalità giuridica, aziende/società e associazioni anche prive di personalità giuridica.
L’Ente può essere soggetto a responsabilità amministrativa quando il reato:
- è posto in essere da un soggetto apicale dell’Ente e/o da un soggetto a lui subordinato;
- è compreso nel catalogo dei reati previsto dal D.lgs. 231/01 (ad esempio reati di tipo finanziario e societario, contro la Pubblica Amministrazione, di tipo ambientale, relativi alla sicurezza sul lavoro, tributari);
- è commesso nell’interesse e/o a vantaggio dell’Ente.
In caso di accertata responsabilità, l’Ente può subire sanzioni pecuniarie, interdittive o la pubblicazione della sentenza di condanna.
L’ Ente, tuttavia, non è soggetto a responsabilità solo se dimostra:
- l’adozione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo che deve prevedere:
a. Codice etico di comportamento;
b. Codice disciplinare;
c. Sistema organizzativo aggiornato, formalizzato e chiaro, con precise deleghe di poteri;
d. Sistemi di controllo integrato con procedure aziendali manuali ed informatiche per la realizzazione delle singole attività;
e. Informazione e formazione del personale;
- la nomina di un Organismo di Vigilanza dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo in materia di:
a. diffusione del Modello;
b. adeguatezza del Modello;
c. applicazione del Modello.
L’adozione del Modello e il suo continuo aggiornamento e rispetto, dunque, consentono di:
- predisporre un sistema strutturato ed organico di procedure ed attività di controllo (preventivo ed ex post) che abbia come obiettivo la riduzione del rischio di commissione dei reati di cui al D.Lgs. n. 231/2001, mediante la individuazione dei processi sensibili e la loro conseguente proceduralizzazione;
- evitare le sanzioni nei confronti dell’Ente, così come possibili azioni di responsabilità contro gli amministratori che non lo hanno adottato.
La predisposizione del Modello va preceduta da una serie di attività preparatorie suddivise in differenti fasi:
- Fase dell’analisi degli ambiti aziendali di attività;
- Fase del risk assessment;
- Fase del risk management;
- Fase della redazione del MOG;
- Fase dell’adozione del MOG.
Tutte le fasi sono dirette alla costruzione di un sistema di prevenzione e gestione dei rischi, in linea con le disposizioni del D.lgs. 231/2001 e tenuto conto delle Linee Guida di Confindustria e delle altre associazioni di categoria.
Nel caso in cui foste interessati ad approfondire l’argomento o ad adottare un MOG, sarà nostra cura mettervi in contatto con l’avvocato Giuseppe Dussin gdussin@grimaldilex.com.